Friday, August 10, 2012

Feast of Saint Lorenzo, Deacon and Martyr
Jn 12. 24-26


“Whoever loves his life loses it; whoever hates his life in this world will preserve it for eternal life.” There are two contrasting words – to love and to hate – being used to express one reality – life. There seems to be a contradiction on this because love should be praiseworthy and hatred is blameworthy. How come that when you love you lose and when you hate you gain? How come the Gospel speaks in this sense?

I think the focus of the message is on life, on how life should be understood, treated and lived for.  It is important that the use of love and hate to describe life should be put into context otherwise people might interpret it differently and dangerously. Life in itself is good and is precious, and we should do our best to preserve and protect it. However the point of the Lord is on how we spend our life - are we living the life which the Lord wants us to live?
Some people live in the past; others live in the future while still others live only in the present. These people are preoccupied with their own ‘concentrated life’ that they actually miss the point on how to live life. I don’t say our past is unimportant nor do I say that to think of the future is equally irrelevant, or to think of only now is what matters most. I believe that the real deal is to live one’s life according to the intention of our Creator.

St Thomas explains that the purpose of man’s life is the possession of the supreme good. But the supreme good cannot be found in the natural world, which is temporal and not eternal. Moreover, happiness is not merely acquiring knowledge about God but in acquaintance with him, it achieved in the vision of divine essence.  Since knowledge of God attainable in this life is always imperfect, the natural desire of humans for ultimate fulfillment points to the necessity of an afterlife.

This is what the Gospel today is pointing to us that our life is for a higher purpose and should be reserved and lived only for that nobler purpose, even if it means losing it now or giving it up one day. And this noble act of a human being is what we call, martyrdom.

(Italian version)

“Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conservera’ per la vita eterna." Ci sono due parole: amore e odio, che sono usate per esprimere una realtà: la vita. Sembra che ci sia una contraddizione perché l'amore dovrebbe essere lodevole e l'odio è biasimevole. Come mai che quando si ama si perde e quando si odia guadagno? Come mai il Vangelo parla in questo senso?

Credo che il focus del messaggio è sulla vita, su come la vita dovrebbe essere intesa, trattata e vissuta. E' importante che l'uso di amore e odio per descrivere la vita sia messo in contesto altrimenti si potrebbe interpretare in modo diverso, ma pericolosamente. La vita in se stessa è buona e preziosa, e dobbiamo fare del nostro meglio per conservarla e proteggerla. Tuttavia, il punto del Signore è su come spendere la nostra vita: stiamo vivendo la vita che il Signore ci chiede di vivere?

Alcune persone vivono nel passato; gli altri vivono nel futuro, mentre altri ancora viveno solo nel presente. Queste persone sono preoccupate per la propria vita "concentrate" su come vivere la vita. Non dico il nostro passato è irrilevante e non mi dire che di pensare al futuro è ugualmente irrilevanti, o pensare soltanto ora è la cosa più importante. Credo che la vera questione è di vivere la propria vita secondo la volontà del nostro Creatore.

San Tommaso spiega che lo scopo della vita dell'uomo è il possesso del sommo bene. Ma il sommo bene non può essere trovato nel mondo naturale, che è temporale e non eterno. Inoltre, la felicità non è semplicemente la conoscenza di Dio, ma nella conoscenza di lui, che si realizza nella visione dell’ essenza divina. La conoscenza di Dio raggiungibile in questa vita è sempre imperfetta, il desiderio naturale degli uomini dell’eternità necessità di un aldilà.

Il Vangelo di oggi ci dice che la nostra vita è per un fine superiore e che la vita deve essere vissuta solo per questo scopo più nobile, anche se ciò significa perdere la proprio vita. Questo nobile atto di un essere umano è ciò che noi chiamiamo il martirio.

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